" Muoviti con noi! "

martedì 5 ottobre 2010

Parità uomo-donna, nuova strategia UE

Più donne nella vita pubblica europea, tanto in quella politica che in quella economica, e stop alla violenza domestica. E' quanto propone la nuova strategia della Commissione europea che ricorda come nonostante i progressi realizzati negli ultimi anni verso la parità, nell'UE le donne continuano a guadagnare in media il 18% in meno degli uomini. Attualmente nei 27 paesi dell'Unione europea solo il 60% delle donne lavora, la quota è aumentata dell'8% negli ultimi dieci anni, ma l'obiettivo è quello di arrivare al 75% nel 2020 e di migliorare la qualità dell'impiego.

 
"Nei CdA delle grandi aziende - ha osservato la Viviane Reding, Commissaria europea alla Giustizia, diritti fondamentali e cittadinanza - solo nel 3% dei casi la presidenza è affidata a donne. Possiamo fare meglio sia perché è giusto rispettare la composizione della popolazione fatta al 50% di uomini e al 50% di donne, e poi perché è interesse dell'economia. Le aziende con donne nei CdA hanno un tasso più alto di crescita". Per la presenza nei cda delle grandi aziende l'obiettivo di Bruxelles è quello di "arrivare ad una quota del 35% entro il 2015 e del 40% entro il 2020".


La nuova strategia quinquennale per la parità fra i sessi propone quote rosa per i consigli di amministrazione delle aziende e altre misure per accrescere la presenza femminile nelle posizioni dirigenziali. La strategia mira anche ad aumentare il numero delle donne nelle imprese e libere professioni e ad istituire una Giornata europea per la parità salariale. Per valutare i progressi compiuti, l'UE inviterà ogni anno datori di lavoro, sindacati e altri soggetti interessati ad un dialogo sulla parità uomo-donna.


L'UE prevede anche una serie di misure per combattere la violenza domestica. Secondo un sondaggio di Eurobarometro, il 78% dei cittadini europei ritiene che la violenza domestica contro le donne sia diffusa (in Italia la percentuale sale al 91%) e oltre l'80% degli intervistati ritiene il fenomeno "inaccettabile" e da punire per legge. Norme più severe sono chieste dal 69% degli europei e dall'81% degli italiani. Ma anche una presenza più attiva delle istituzioni europee: lo reclamano a gran voce l'87% dei cittadini dell'UE e il 90% degli italiani.
 

Nessun commento:

Posta un commento